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Immagine del redattorePietra d'Angolo

Il saluto di don Francesco al Vescovo e ai cristiani all’inizio delle celebrazioni.

(il testo non risulta "scorrevole" perché tradotto direttamente dall'originale malgascio)



Carissimo padre,

è con grande gioia che la accogliamo in questo Tempio che il Signore ha preparato per noi. Vista la scarsa ampiezza della nostra chiesa qui ad Analavoka, sicuramente non grande come la chiesa cattedrale a Ihosy o chiese della nostra diocesi molto più spaziose, è con enorme piacere e orgoglio che la accogliamo in questa chiesa a cielo aperto. Il luogo più adatto secondo noi per celebrare Cristo vivo in mezzo a noi: la foresta ancora rigogliosa nonostante le poche piogge sono le mura che il buon Dio ha innalzato rappresentate dagli arredi di questo altare completamente costruito con il pregiato legno proveniente dalla nostra foresta. Il tetto e la volta più preziosi che ci siano: il cielo luminoso della nostra isola. Il sottosuolo ricolmo di pietre preziose ne costituisce il pavimento. Tutto il nostro distretto missionario è il volto del Tempio del Signore, perché crediamo con viva fede che Dio Padre è presente qui e ora, insieme al Suo Figlio unigenito Gesù Cristo e lo Spirito Santo ci ha riunito per preparare e celebrare questa festa delle vocazioni.

In modo particolare è presente Lei, Eccellenza, padre dell’intera diocesi, arrivato per celebrare e gioire con noi suoi figli. Non soltanto con noi cristiani del distretto di Analavoka ma con l’intera diocesi riunita qui come famiglia del Signore attraverso la partecipazione di tanti cristiani, religiosi e religiose e sacerdoti provenienti da tutta la diocesi. Coloro che non sono potuti convenire qui ad Analavoka (malati e sofferenti) sono uniti con noi attraverso la radio diocesana e la diretta facebook. Anche coloro che non credono in Gesù Cristo Figlio unigenito di Dio creatore e Padre sono qui sulla soglia della porta per osservare da vicino incuriositi.

Eccellenza reverendissima, Lei ha scelto noi, qui nel distretto di Analavoka, piccola e povera porzione del Suo popolo qui al Sud del Madagascar per celebrare quest’anno giubilare: Giubileo di San Giuseppe patrono universale della Chiesa e anno della famiglia Amoris Laetitia, per meditare sull’amore nella famiglia e sul valore e la Grazia del Sacramento del matrimonio.

È perciò con immensa gioia e gratitudine che noi laici, religiose ed io sacerdote di questo distretto missionario accogliamo Lei nostro padre: benvenuto qui in mezzo a noi!

Ed è con altrettanto entusiasmo che accogliamo voi sacerdoti miei confratelli, e voi religiose, religiosi, laici, perché tutti insieme partecipi di questa grande festa diocesana delle vocazioni: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. Primizia della festa queste 23 coppie pronte a celebrare il Sacramento del matrimonio, anche se già ieri, all’arrivo degli ospiti padre Roger e padre Nel hanno celebrato con noi il loro 25esimo anniversario di ordinazione presbiterale, dando così inizio alla festa delle vocazioni: “gli anziani hanno aperto la strada”. Queste coppie di sposi che già da due anni hanno intrapreso il cammino di fede in preparazione al matrimonio, oggi chiedono la benedizione del Signore sull’amore e la promessa di fedeltà che si scambieranno vicendevolmente, sulla scia dell’Amore di Cristo che non tradisce. Questa celebrazione comunitaria del Sacramento del matrimonio è frutto di una pastorale diocesana d’insieme, tanti i sacerdoti miei confratelli che nell’arco di questi due anni ci hanno aiutato a crescere nella fede, così pure le religiose e gli sposi dell’ufficio di pastorale familiare diocesano che si sono impegnati a visitare e condividere con noi la bellezza e il valore del sacramento del matrimonio.

Sono cosciente, Eccellenza, e mi faccio interprete dei sentimenti dei cristiani del nostro distretto pastorale, che siamo stati veramente accarezzati dalla Grazia del buon Dio, perché “ha guardato all’umiltà della Sua serva” e ha volto il Suo sguardo su questo piccolo gregge. Oggi, la stanchezza accumulata in questi mesi di preparazione si trasforma in gioia da condividere con Lei e con tutti voi convenuti qui, così da poter lodare e ringraziare Dio Padre.

Carissimo padre, cari confratelli, voi religiose e religiosi, soprattutto voi cari cristiani giunti da tutti i distretti della nostra diocesi, anche i più lontani, vi offriamo la nostra piccola fede e vi accogliamo come segno dell’amore che Dio Padre ha per noi, ciò che di bello e buono troverete qui ad Analavoka in questi giorni accoglietelo come prova del nostro desiderio di crescere nella fede, mentre tutto ciò di imperfetto sia occasione da parte vostra di correzione fraterna per migliorare il nostro stile di vita alla luce del Vangelo: “il pensiero di tanti aiuta ad andare sempre più avanti”.

Questo è ciò che vogliamo condividere con voi, benvenuti!



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