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  • Immagine del redattorePietra d'Angolo

La preparazione: un intero anno pastorale.


Far festa è abbastanza facile ma, trasformare un evento in occasione di crescita spirituale, questo è più complicato. Sin da subito dopo la proposta del vescovo di accogliere le ordinazioni diaconali nel distretto di Analavoka, si è riunito il Consiglio pastorale che insieme al sacerdote cerca di fare discernimento e organizzare, dirigere e seguire le varie iniziative per vivere il Vangelo incarnandolo nel tessuto proprio di questa zona al sud del Madagascar. Si è proceduto nell’analizzare su quali fossero le esigenze catechistiche tali per cui avviare un cammino pastorale comunitario. Ci si è subito accorti che sarebbe stata un’occasione propizia per far percepire l’importanza del sacramento dell’ordine senza però sminuire il sacramento del matrimonio, e dato che da circa un anno prima 45 coppie provenienti dai vari villaggi del distretto avevano iniziato un percorso di fede in prospettiva della celebrazione del matrimonio, si è pensato che il percorso da intraprendere nella preparazione remota e immediata sarebbe stato proprio incentrato su questi due sacramenti che aiutano il cristiano a prendere parte attivamente alla vita ecclesiale e sociale. Da qui la scelta dello slogan: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,16). Ogni cristiano, sia nella speciale consacrazione così come nel matrimonio, ha il compito di rendere visibile davanti agli uomini l’amore di Dio Padre. Questo filo conduttore ha accompagnato e guidato la preparazione suddivisa in tre parti: catechesi, preghiera e logistica.

Sin dal mese di novembre per quanto riguarda la catechesi, il consiglio pastorale si è suddiviso in 4 gruppi che mensilmente hanno visitato le singole comunità cristiane del distretto sparso in 1500 km2. Il sacerdote ha fatto la sua “solita” tournée, e cioè una settimana nel villaggio centrale di Analavoka, un’altra settimana nel villaggio di Isifotra, le altre due settimane del mese in due villaggi del distretto alternando così la presenza del sacerdote tra le varie comunità. Questa formula alternata è stata adottata anche dalle due comunità di religiose presenti nel nostro distretto, e cioè le suore Francescane dell’Immacolata di Palagano e le suore del Getsemani, così pure i laici si sono suddivisi in due gruppi (i giovani e gli adulti). Tutti questi gruppi ogni mese hanno assicurato la visita ad una comunità cristiana, incontrando il catechista di quella comunità, i giovani e visitando ogni singola famiglia del villaggio, cristiani e non. Il filo conduttore che ha accompagnato ogni visita è stato proprio il far percepire ai cristiani battezzati o catecumeni l’importanza della vita sacramentale in Cristo e ai tanti che ancora non conoscono il Vangelo, una prima occasione di evangelizzazione. La visita è stata occasione di incoraggiamento, formazione e aggiornamento per i cristiani che già sono impegnati nella pastorale così pure per i giovani e adulti catecumeni.

Oltre alla visita capillare alle singole realtà cristiane nei vari villaggi, si è anche intensificato il cammino di fede per quelle coppie che già dal 2019 hanno intrapreso questo cammino in vista del matrimonio, conclusosi con una due-giorni di ritiro spirituale comunitario per le coppie. Su 45 coppie in cammino, ben 23 hanno deciso di celebrare il matrimonio comunitario durante la festa delle vocazioni.

A tutto questo si è aggiunta la visita nel nostro distretto nel mese di giugno della comunità del Seminario minore diocesano, i due sacerdoti formatori, il seminarista del seminario maggiore che svolge un anno di servizio nella comunità del seminario minore e i 18 giovani seminaristi, studenti delle scuole superiori. Sono stanti tre giorni di Grazia. Hanno visitato i piccoli villaggi, portando quella ondata di entusiasmo dovuta alla loro giovane età, e hanno aiutato le famiglie a riflettere sul loro valore fondamentale nel discernimento vocazionale dei propri figli.


Per quanto riguarda la preghiera, oltre al ricordo costante nella preghiera quotidiana e nella celebrazione Eucaristica per i due giovani seminaristi in cammino verso il diaconato e per le coppie in cammino verso il matrimonio si è stabilito che ogni primo giovedì del mese, per l’intera giornata, nei villaggi “centrali” di Analavoka e Isifotra si istituisse l’adorazione Eucaristica perpetua, con inizio alle 6.30 del mattino, sino alle ore 18 del pomeriggio, senza interruzioni. Tutti i cristiani, suddivisi per quartiere, villaggio e associazione ecclesiale, si sono impegnati ad alternarsi nella preghiera davanti al Cristo vivo presente sull’altare. È stato veramente un evento di Grazia, soprattutto per i tanti non ancora educati a questo tipo di preghiera.

La preparazione logistica è stata naturalmente la più impegnativa considerando il fatto che il nostro piccolo distretto missionario per la prima volta si è impegnato nell’accoglienza di tanti ospiti per un evento diocesano. Ci si è subito suddivisi in commissioni, in modo da poter organizzare al meglio i dettagli di ogni singolo aspetto. Le commissioni erano: Liturgia, Accoglienza ospiti (preti, religiose e religiosi, cristiani, ammalati), Pasti, Legna, Acqua, Luce, Decorazioni, Sicurezza, Animazione, Pulizia e WC, Sanità, Comunicazione, Logistica, Attrezzatura, Economato, Protocollo. Nel mese di dicembre i cristiani provenienti dai vari villaggi del nostro distretto si sono riuniti ed ognuno ha scelto una commissione in cui prestare servizio, a quel punto, guidati dai laici del consiglio pastorale del distretto si è iniziato a lavorare nel dettaglio, portando così pian piano a realizzazione i vari ambiti della festa delle vocazioni... dai canti, alle danze liturgiche, dalla ricerca di legna per i pasti, alla raccolta di fieno per non far dormire sulla nuda terra gli ospiti ma creare una sorta di mega materasso... dalla ricerca di luoghi adatti che potessero ospitare gli oltre 1000 ospiti, all’organizzazione del servizio di sicurezza. Non si poteva dare niente per scontato considerando la semplicità e povertà del luogo scelto per accogliere l’evento e la scarsità di attrezzatura che è stata comunque sopperita dalla generosità di altri distretti missionari e parrocchie che hanno con piacere messo a disposizione ciò che avevano. Le riunioni di organizzazione pratica si sono svolte quindicinalmente guidate non solo da don Francesco ma anche dai sacerdoti della diocesi responsabili de vari servizi diocesani. Possiamo solo mettere in evidenza il grande senso di responsabilità e partecipazione attiva di tanti cristiani provenienti dai vari villaggi del nostro distretto pastorale che quindicinalmente a piedi raggiungevano il centro missionario distante anche 3 ore (andata) e tre ore (ritorno). Edificante è stato anche l’impegno di ogni singola comunità cristiana, ma non solo, ogni singolo villaggio seppur non di fede cattolica, che attraverso i modi più creativi si è prodigata per la ricerca di fondi da destinare al mantenimento dello svolgimento della festa. Un esempio su tanti: sono stati donati al distretto pastorale per la festa 8 buoi che sono serviti per i pasti di tanti ospiti provenienti dai luoghi più lontani.

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