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  • Immagine del redattorePietra d'Angolo

Le tre giornate di festa.


Giovedì 5 agosto c’è già aria di festa... oltre all’adrenalina che si percepisce tra sorrisi e tensioni. Iniziano ad arrivare i responsabili dei vari servizi, delle varie commissioni per mettersi al lavoro. Da Ihosy arrivano i sacerdoti diocesani e religiosi, dai vari distretti arrivano anche tante religiose, tutti pronti a mettersi al servizio per gli ultimi preparativi per la festa delle vocazioni. Nel mentre i seminaristi e i laici del villaggio si alternano davanti al santissimo sacramento solennemente esposto, per far si che “il vero festeggiato” rimanga sempre al centro. Mentre all’interno della chiesa si percepisce un’aria paradisiaca, serena, di preghiera... al di fuori, tra le strade, nei vari spazi ormai pronti ad accogliere i tanti ospiti c’è un via vai frenetico, un vociare festivo e festaiolo... ormai manca poco!



Venerdì 6 agosto, solennità della Trasfigurazione di Gesù ci si riunisce in Chiesa (che già da i primi segni di non essere adatta ad accogliere tanta folla, tra presbiteri, suore e laici) di mattina presto per la celebrazione Eucaristica. Durante la Santa Messa si ringrazia il buon Dio per i 25 anni di sacerdozio di padre Roger e padre Nel due sacerdoti diocesani. Subito dopo la celebrazione gioiosa e arricchente ci si divide in commissioni pronti ad accogliere gli ospiti che pian piano arriveranno. Ed eccoli gli ospiti... cristiani che hanno affrontato anche tre giorni di strada, con dei pulmini fatiscenti, o in bicicletta, o i giovani più coraggiosi che hanno affrontato a piedi il cammino facendo soste notturne. Nel pomeriggio dello stesso venerdì inizia a prendere visivamente forma il contesto celebrativo. Per circa tre ore tutti i convenuti fanno le prove e ripetizioni per preparare al meglio la celebrazione dei matrimoni. Si alternano quindi i vari attori della celebrazione, dai ministri ai cantori, e si fa un excursus dettagliato di canti, letture e danze, senza lasciare niente all’improvvisazione. Dopo la cena, nella notte dello stesso venerdì la veglia di preghiera, presieduta dal vescovo, riunisce le 23 coppie pronte a celebrare il matrimonio e i loro genitori (le loro famiglie, numerose). Durante la veglia di preghiera, il rito caratteristico della benedizione da parte dei genitori. Nella cultura malgascia è fortemente marcato il senso e la responsabilità dei genitori che hanno il compito di bene-dire, cioè dire bene sui figli. Accogliere e augurare, accompagnare i passi dei propri figli. Non solo in ambito ecclesiale, ma nei vari riti familiari e sociali, la benedizione ha un valore solenne e assoluto. È legge della Chiesa in Madagascar, visto il differente contesto culturale, che i genitori approvino la scelta matrimoniale dei propri figli. Ecco allora che dopo la lettura della Parola di Dio e la riflessione del vescovo, che un genitore, a nome di tutti i genitori prende la parola con un fare formale e solenne proprio dei “patriarchi” e dopo ciò, tutti i genitori si sono alternati per aspergere i futuri sposi. Inutile dire che è stato un momento solenne e commovente. A conclusione della celebrazione i cristiani provenienti dai vari villaggi e i familiari degli sposi si sono alternati in un “concerto preghiera”.



Sabato 7 agosto, ancora prima dell’alba, nelle case del villaggio di Analavoka che ospitano i tanti convenuti, così come nel cortile dove avverrà la celebrazione, ci si disbriga in anticipo per non arrivare alla cerimonia. I tanti fedeli pian piano prendono posto nei banchi e nei posti a sedere preparati con tanta cura anche se in semplicità, il servizio liturgico e il coro attendono in preghiera l’inizio della Messa. I responsabili per le “comunicazioni” sono già in posizione per far si che il servizio fotografico così come il video e la diretta streaming non disturbino durante la preghiera. Prende forma il corteo che accompagnerà attraverso la danza la processione e il canto d’ingresso, una fiumana di giovani e adulti che attraverso alcuni gesti semplici del corpo rappresentano tutto il Popolo di Dio in cammino festante verso il Padre che ci ha convocato. La celebrazione solenne presieduta dal vescovo, concelebrata dai tanti presbiteri della diocesi di Ihosy, animata e servita dai vari ministri prosegue secondo il rito solenne della celebrazione dei matrimoni. Parti significative, altre alle danze che accompagnano alcuni canti durante la celebrazione, l’intronizzazione del libro della Parola di Dio che viene portato in processione da un bambino vestito con gli abiti tradizionali del popolo bara, il popolo che vive in questo territorio al sud del Madagascar. Il bambino viene portato in peso sulla lettiga da quattro uomini che celebreranno il matrimonio proprio durante quella celebrazione. Questo gesto ricorda che la Parola di Dio è la Parola del Re, che veniva portato sulla lettiga, una Parola che attraverso l’esempio e l’educazione degli adulti, diventa fondamento per i giovani e bambini. Naturalmente la celebrazione del rito del matrimonio, con il consenso individuale e la benedizione degli anelli (per coloro che se lo potevano permettere) ha occupato più di un ora di tempo, dove ogni singola coppia, difronte al vescovo, ha sigillato la grazia sacramentale. Dopo la comunione sacramentale, difronte all’altare, i novelli sposi e loro famiglie si sono alzati e hanno danzato durante il canto di ringraziamento, coscienti di tanta grazia e benedizione da parte di Cristo. Il pranzo festivo comunitario per tutti, e soprattutto la danza con la torta generosamente offerta dalle comunità religiose della diocesi hanno reso esplicita la gioia per questo momento solenne.


Nel pomeriggio dello stesso sabato, col cuore ancora traboccante per tanti doni, c’è stata la preparazione comunitaria dei canti, letture, danze della celebrazione del diaconato della giornata successiva. Così come il giorno precedente, per oltre tre ore non si è lasciato niente all’improvvisazione. La notte della veglia in preparazione al diaconato si è entrato nel vivo della seconda parte della festa delle vocazioni, con la testimonianza dei due futuri diaconi, la benedizione dei nuovi abiti diaconali e soprattutto la benedizione dei due futuri diaconi da parte dei confratelli sacerdoti e da parte delle loro rispettive famiglie.




Domenica 8 agosto forse un po’ affaticati dalle giornate precedenti, la celebrazione dell’ordinazione diaconale di Herman e Damien è stato un vero e proprio evento di lode al Padre misericordioso che ancora una volta ha volto il Suo sguardo alla diocesi di Ihosy con la benedizione di due nuovi diaconi. Per l’occasione, altre ai circa 2000 fedeli e più, giunti per la festa delle vocazioni, si sono uniti nella mattinata alcuni rappresentanti dello Stato e tanti altri sacerdoti e cristiani giunti la mattina presto. Il rito ha accompagnato i vari presenti nell’entrare in intimità con la Parola viva di Cristo e a percepire il valore del sacramento dell’ordine nel grado del diaconato. Il canto e la danza di ringraziamento hanno espresso la gioia dell’intera comunità diocesana. Forse non da tutti comprensibile, durante la danza a cui hanno preso parte anche tanti sacerdoti sono stati sollevati e portati in peso i due novelli diaconi, una gioia che ha realmente spinto ogni fedele a rendere grazie al buon Dio per il dono di ogni vocazione al servizio del Suo popolo. La serata della domenica, dopo il pranzo comunitario, è stata scandita da danze e balli tipici dei vari popoli rappresentativi del Madagascar, mentre durante la nottata, i giovani hanno fatto festa “a modo loro” con balli propriamente giovanili, sino all’alba del lunedì.



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